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Viaggio in Cina effettuato nell'agosto del 2009: Il Flauto di Giada. Principali località visitate : Pechino ( il Tempio del Cielo, la Città Proibita, il Palazzo d'Estate, il sepolcro dei Ming ), la Grande Muraglia, Shanghai ( il Giardino Yu, la Città Vecchia, il Tempio del Buddha di Giada, la Nanjing road ), Xian ( la Pagoda della grande Oca Selvaggia, l'Esercito di Terracotta, il Mausoleo del Primo Imperatore Qin Shi Huang ), Guilin ( navigazione sul fiume Li ), Canton ( il Quartiere Coloniale, la Casa degli antenati della famiglia Chen ), Hong Kong ( il mercato di Kowloon, Victoria Peack, Repulse Bay ), Macao.
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Se c'è una cosa che ho ereditato da mio padre questo è il naso. Piccolo, lineare, perfino elegante... Sono dovuto
andare fino in Cina per scoprire che le cose possono essere diverse da quelle che credevo. Lunghi nasi è l'appellativo con cui i cinesi apostrofavano i
primi europei che mettevano piede sul loro territorio; e non c'è di che meravigliarsi visto che generalmente la morfologia dei loro visi ospita
nasi piuttosto schiacciati, che al confronto il mio, che rimane pur sempre piccolo, può quasi passare per l'asta d'una bandiera. La
Cina: una nazione grande quanto un continente, con una pluralità di culture e popoli a cui è stata imposta la maschera della collettività. E' difficile per noi
europei, profondamente individualisti, riuscire a scalfire la superficie d'una realtà abituata a mimetizzarsi dietro un muro di sorrisi tutti
uguali, ma vale comunque la pena provarci: visitare la Cina prima che la Cina visiti noi. Perchè è indubbio che questa
società, in rapida trasformazione dopo decenni di cultura collettiva, che con la famosa Rivoluzione Culturale di Mao ha sacrificato alla
"lotta contro la borghesia" parte del suo patrimonio culturale, abbia oggi una grande voglia di aprirsi al mondo. Apertura che sotto
certi aspetti assume quasi la connotazione d'una conquista mascherata. Basta leggere i giornali per riuscire a coglierne i segnali,
perchè il potere economico della Cina ha già oggi dei riflessi significativi sulla vita di tutti noi: la guerra dei prezzi, il controllo che esercitano sul
debito pubblico degli Stati Uniti, per la maggior parte in mano alle loro banche, l'acquisto di grandi appezzamenti
coltivabili in giro per il mondo al fine di aumentare la produzione agricola, sono solo alcuni esempi di come in realtà la Cina abbia gia iniziato a vsitarci... "Sono gia tra noi" è uno dei temi principali che ispirano le produzioni
televisive e cinematografiche in materia di extraterrestri, integrati nella nostra società, ma invisibili ai più. La stessa cosa
si potrebbe affermare dei cinesi residenti nel nostro paese. Alzi la mano chi ha mai visto un cinese fuori da uno dei loro ristoranti, magari
sdraiato su una spiaggia a prendere il sole o a passeggiare tranquillamente lungo una via cittadina, o magari immerso nella scelta di fronte agli
scaffali d'un qualsiasi negozio. E' un elenco che potrebbe andare avanti per un pezzo senza temere di ripetersi, perfino in ospedale, io che da anni
svolgo un'attività di volontariato in un grande pronto soccorso, non ne ho mai visto uno che uno. Eppure ci sono e sono tanti, mimetizzati dietro porte
chiuse vivono una vita parallela, quasi che fossero pronti, come i famosi extraterrestri, a svelarsi ad un segnale concordato. E allora, se non
riusciamo a vederli a casa nostra, andiamo a scoprirli a casa loro, magari può essere anche l'occasione per sfoltire di persona la lista di
preconcetti e pregiudizi che possiamo aver accumulato in materia.
Il viaggio in Cina inizia con il classico: dovevamo andare da un'altra parte... Infatti, nella primavera del
2009 avevamo iniziato ad accarezzare l'idea di andare negli Stati Uniti d'America e di percorre in macchina la mitica
Route 66. Una di quelle mete che più di altre riescono ad esprimere il senso di liberta, on
the road, tipico della filosofia di viaggio americana. 4000 Km dal centro di Chicago, Illinois, fino al molo di Santa Monica a Los Angeles, California, attraverso otto stati e tre fusi orari.
Dai grattacieli alle pianure desolate, dal traffico metropolitano alla solitudine di chilometri percorsi in compagnia di cactus e rovi
spinosi in balia del vento, dalla più grande concentrazione umana per chilometro quadrato alle cittadine fantasma immerse in silenzi
misteriosi. Come abbiamo fatto a passare da tutto questo alla Cina ? Una delle nazioni, tra l'altro, agli ultimi posti nella speciale classifica sulle
libertà individuali di cui possono godere i suoi abitanti. E' stata tutta colpa dei maiali ! Ricordate la
famosa sigla A/H1N1, quella che doveva diventare una pandemia ed arrivare a
contagiare perfino gli astronauti in orbita sulla terra, quella che è
poi diventata oggetto d'inchiesta, vedi ad esempio la puntata di Report,
per capire dov'erano finite le milioni
di dosi di vaccino, prodotte quasi a livello sperimentale, pagate dallo
Stato alle grandi industrie farmaceutiche e finite inutilizzate ? Si, proprio quell'influenza che i poveri maiali
avrebbero trasmesso all'uomo e che il tam-tam di giornali, telegiornali
e di tutti gli altri mezzi di comucazione, dipingevano all'epoca come una
mannaia pronta ad abbattersi sui nostri incolpevoli bronchi. A forza di
sentirlo ripetere uno alla fine finisce per farsi condizionare, perchè andare a
buttarsi proprio in bocca al virus che in quel momento spopolava alla
grande proprio in California. No, meglio orientarsi da un'altra parte,
tanto la mitica Route 66 rimane sempre li, non possono mica cancellarla con
una passata di gomma su una velina del tiggi... Cosi, in concomitanza
anche con l'uscita del viaggio in Cina tra le proposte del nostro Cral
aziendale, ci siamo letteralmente buttati dall'altra parte del mondo. Tanto di là
era gia da un po' di tempo che il tam tam mediatico aveva smesso di
bombardarci con la sigla
A/H5N1, l'avevate dimenticata ? Se non sono
maiali sono polli, se non è suina è aviaria, chi è che aveva detto:
l'uomo è quello che mangia... Ormai prima di intraprendere un viaggio
occorre consultare il bollettino dell'organizzazione mondiale della
sanità, per non parlare di quello sugli uragani e tifoni. Itinerario alla mano
avevamo buone probabilità di scansare
Morakot, un tifone tropicale che dall'inizio del mese di Agosto
imperversava lungo tutte le coste del sud-est asiatico, ma d'altra parte un
po' d'avventura serve a rendere più interessante il programma di
qualsiasi viaggio. E in quanto ad interesse il viaggio in Cina non ha
certo bisogno di molte presentazioni. Una cultura millenaria che ci ha
tramandato alcune tra le più belle ed interessanti opere edificate dal
genere umano, penso alla Grande Muraglia,
alla Città Proibita, all'affascinante
Esercito di Terracotta, per non parlare
della delicatezza e della grazia espressa nell'arte della pittura, nella
produzione ceramistica, nella lavorazione dei metalli e dei minerali
preziosi, fino alle avvenieristiche città di Honk
Kong e Shanghai, esempi che rendono
bene l'idea di come lo sviluppo tecnologico cinese abbia ormai raggiunto
lo stesso livello delle più moderne culture occidentali.
Benedetta
Lufthansa!
Per una volta non dobbiamo applicare la nota regola: partenza dall'aereoporto più vicino, che per noi di
Genova si traduce sempre nel doversi recare per lo meno fino alla Malpensa, e
ci accomodiamo comodamente sul volo della partner
Air Dolomiti
per Monaco di Baviera. Sono le 14:45 dell'11 Agosto 2009, la porta verso
l'Oriente inizia a socchiudersi sotto i nostri passi. Alle 16:20, in
perfetto orario teutonico, il nostro ATR 72 atterra senza problemi nel
mega hub di
Monaco di Baviera, uno tra i più trafficati aereoporti del mondo.
Sbarchiamo leggeri, dato che le valigie hanno già fatto il check-in
per Pechino, e scivolando decisi sul linoleum tirato a lucido guadagnamo, dopo aver
percorso qualche chilometro di corridoi, l'agognato
accesso al gate del volo intercontinentale LH 722 da Monaco per
Beijing, il nome cinese di Pechino con cui
abbiamo già familiarizzato per via delle Olimpiadi del 2008. Durante
l'attesa per l'imbarco l'arrivo dei voli dagli altri aereoporti italiani
contribuisce a completare il nostro gruppo, ventidue ardimentosi pronti
a sobbarcarsi un volo intercontinentale di circa 10 ore per raggiungere
la meta desiderata. Ma dato che non c'è piacere senza sofferenza,
come ricordava il grande
Tiziano Terzani
( giornalista, scrittore, viaggiatore, uno dei più acuti osservatori
delle culture del mondo orientale ) che in una delle sue ultime
interviste associava il concetto all'antica
filosofia cinese dello Yin e dello Yang, quella in cui ogni cosa è indissolubilmente legata al suo opposto,
anche noi prima del diletto dobbiamo sorbirci la nostra dose di problemi.
Cosi su due piedi ingaggiamo un'animata discussione con i funzionari cinesi
addetti, al gate d'imbarco, al
controllo dei documenti e dei visti d'ingresso. Vai a fargli capire
che il nostro è un visto collettivo,
in cui sono riportati tutti i nostri dati, e che non ne abbiamo uno personale per
ognuno dei partecipanti al viaggio... Ci mancava pure l'errore nella data
di nascita del primo in lista, un simpaticissimo generale degli alpini
in pensione; fortunatamente dev'essere proprio vero che in Cina si sta muovendo
qualcosa, perchè in passato, per molto meno, non ci avrebbero
neanche permesso di superare la riga gialla che ci separa dal tunnel
d'imbarco. Alla fine tutto si risolve per il meglio e possiamo
accomodarci nell'Airbus A340-300 che alle 19.45 si stacca dal suolo in direzione Pechino.
Tappa del 12-8-2009: Pechino (CN)
note
Il contenuto dei diari è frutto delle mie esperienze di viaggio e tutte le opinioni sono espresse a titolo puramente personale, non intendendo con ciò ledere i diritti o urtare la suscettibilità di nessuno. E' possibile riprodurne il contenuto su siti web amatoriali purchè ne venga citata la fonte ed informato l'autore. Qualsiasi altro tipo di utilizzo è soggetto ad un'espressa autorizzazione. Le informazioni storiografiche e documentali sono tratte dalla rete. Questo Sito non ha nessuna finalità di lucro, non ha sponsor ne intende promuovere nulla o nessuno se non nell'affermazione di proprie opinioni personali. Le foto pubblicate nel presente diario sono state da me effettuate e sono freeware per un uso personale. Le immagini e le Clip Art utilizzate sono state dichiarate freeware per un utilizzo privato dai detentori del legittimo copyright.